Ariaferma: in carcere la guerra fredda di Silvio Orlando e Toni Servillo

Dopo l’anteprima al festival di Venezia, Ariaferma di Leonardo Di Costanzo è ora disponibile su MioCinema con gli straordinari Silvio Orlando e Toni Servillo nei panni dei protagonisti principali che guidano la scena.

In un carcere sono rimasti pochi agenti e pochi reclusi, in attesa di essere trasferiti definitivamente altrove. I giorni di convivenza diventano sempre più tesi, tra proteste, regole non rispettate e il nervosismo generale che crea dissapori e conflitti. 

C’è una grande cura della musica e della composizione dell’inquadratura da parte del regista con una struttura intelligente e attenta che si traduce spesso in immagini oniriche e concrete allo stesso tempo.

Le riprese sono state realizzate nell’ex carcere San Sebastiano di Sassari che si presta perfettamente a creare quell’atmosfera desolante e di calma apparente in cui è immersa la storia.

Si sottolineano i problemi burocratici dell’Italia che sono all’ordine del giorno, si analizza l’equilibrio precario dei detenuti, ognuno con il suo passato e la sua personalità.

In particolare il personaggio di Silvio Orlando è uno di quelli che prende in mano la situazione e facendosi portavoce dei problemi dei compagni di sventura.

Il suo rapporto con la guardia carceraria interpretata da Servillo diventa il cuore del film. Dapprima all’insegna della diffidenza e poi gradualmente più complice, il loro confronto arricchisce il tessuto narrativo catturando l’attenzione dello spettatore.

Ariaferma risulta un film utile, necessario, per far conoscere una realtà importante seppur scomoda, ma racconta anche un’umanità sospesa e smarrita sulla quale comunque ancora non è calata completamente l’oscurità.

Una guerra fredda tra i due capi intorno a cui ruotano altri personaggi, tutti ben caratterizzati e ben interpretati da un cast credibile e in parte. La regia è distinta e raffinata, curando la confezione ma lasciando molto spazio alla recitazione che catalizza l’attenzione.

Ariaferma è un dramma carcerario sommesso e composto che, tuttavia, regala emozioni e suggerisce spunti di riflessione sociali che tendono a essere sottovalutati. Un film da vedere per vari motivi, ma soprattutto per approfondire una parte del nostro mondo ritenuta spesso scomoda e dimenticata.